La terra. Terra che è pasta da modellare con le mani, da cuocere e rendere non più friabile tra le dita ma concreta e tangibile mediante il tocco sapiente dell'artista che sa lavorarla. Terra che è frutta e verdura buona, quella di un tempo, che ha un sapore antico e il gusto della nostalgia. Terra, ancora, che sa dare i boschi schivi e selvatici dei colli liguri, con i castagni della montagna e gli ulivi della costa. Terra che è stretta e impervia ma ti allarga il cuore, terra che dona profumo di erba e glicine del pergolato, quel pergolato che mi fa stare seduta qui a immaginare un mare che vedo distante, e che annuso nella brezza del mattino. Colori. I colori sulla tela. Bianca, vergine, che diventano vita, si tramutano in profili accennati, terre colorate che si mescolano all'acqua per regalare l'azzurro tenue del cielo estivo o quello più scuro delle giornate autunnali. Colori che giocano con la luce del sole, si piegano all'intensità dei suoi raggi che entra dalla finestra appena socchiusa, da cui sale l'odore vivo della terra fresca di pioggia, che sa di lumache e funghi che verranno. Colori della campagna, il verde brillante delle foglie e dell'erba che a malapena permettono alla terra di spuntare, così che si contaminano ancora e ancora, terre e colori, in un girotondo impazzito che non dà tregua, in un'oasi di pace e silenzio in cui la vita si sospende e si fa distesa, pacata.
Chiara
20/06/2016∼08:32